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Cosa fare in caso di insuccesso chirurgico nella correzione dell'alluce valgo

Recidive, alluce varo, metatarsalgie. Non bisogna accettare un esito invalidante se è possibile correggerlo

Con il diffondersi della chirurgia correttiva sull'avampiede è sempre più frequente sentire persone che si lamentano degli esiti negativi di un intervento di correzione dell'alluce valgo o di deformità dell'avampiede.
La percentuale di risultati insoddisfacenti è sicuramente troppo alta in un intervento praticato quotidianamente in quasi tutti i reparti di ortopedia e su una patologia che colpisce una alto numero di individui, donne, uomini e spesso anche giovani.
I motivi sono molteplici: dall'errore di diagnosi o di inquadramento clinico del reale problema del paziente alla mancata corretta informazione al paziente stesso che ha delle aspettative sbagliate o affronta in modo scorretto la convalescenza, dalla scelta di tecniche chirurgiche poco affidabili o programmi sbagliati alla cattiva esecuzione dell'intervento da parte del chirurgo.
Gli esiti di un insuccesso chirurgico possono quindi essere:
- un risultato sotto le aspettative 
- nessun risultato rispetto alla situazione di partenza
- un peggioramento del quadro clinico pre-intervento.
A questo risultato negativo va aggiunto l'effetto psicologico spesso devastante sul paziente che si trova, dopo un periodo di sacrificio e difficoltà, alla situazione di partenza o peggio.
Il cattivo risultato è spesso chiaramente evidente in base all'esame clinico e radiografico, ma non bisogna dimenticare che a volte il problema è solo soggettivo, il paziente può rimanere deluso dal risultato, o perché si aspettava di più, o perché è stato male informato sui possibili risultati dell'intervento.
Ma cosa deve fare un paziente che, dopo mesi di attesa, terapie mediche e fisiche, tempo e soldi spesi inutilmente, si trova psicologicamente provato di fronte ad un risultato invalidante?
Il dilemma è accettare e sopportare o affrontare nuovamente l'intervento?
In alcuni casi, l'adeguato stile di vita, un programma riabilitativo corretto, l'uso di ortesi e/o plantari e calzature giuste, possono permettere di tollerare un risultato sotto le aspettative ma, in molti casi, solo un nuovo intervento chirurgico può migliorare o risolvere definitivamente il problema invalidante.
Negli insuccessi chirurgici di correzione dell'alluce valgo, i quadri clinici più comuni sono caratterizzati da: recidive del valgismo, metatarsalgie, ipercorrezioni con alluce varo e alluce rigido, oltre a frequente interessamento delle piccole dita. Ognuno di questi quadri clinici è accompagnato da dolore, da intolleranza alle calzature, da limitazione funzionale e da alterazione dell'appoggio del piede con posture scorrette.
E' quasi sempre possibile, anche se non facile, migliorare o risolvere questi cattivi risultati può, a volte, essere sufficiente fare delle revisioni e piccoli ritocchi, oppure può essere necessario fare nuove osteotomie su uno o più metatarsali.
In caso di insuccesso dell'intervento eseguito, qualsiasi possa esserne il motivo, bisogna avere l'onestà di informare il paziente della reale situazione e delle possibili soluzioni e impegnarsi a risolvere il problema.
La responsabilità del chirurgo non è solo quella di scegliere il programma chirurgico adeguato ed eseguirlo correttamente, ma anche quello di rassicurare un paziente già scottato e deluso dalla precedente esperienza, guidandolo nel decorso post-operatorio e nella riabilitazione. La responsabilità del paziente è invece quella di seguire rigorosamente le indicazioni che gli vengono date, affrontare positivamente, con costanza e con pazienza il percorso riabilitativo, spesso lungo, suggerito dal chirurgo.
Dott. Alessandro Farnetti


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